Noi sottoscritti, condividiamo una visione dell'Europa che sia parte vitale, creativa e competitiva del mondo. Questa visione è basata sui principi della democrazia partecipativa e della libertà di innovazione; queste a loro volta si basano sulla possibilità per i cittadini Europei di essere liberi di sviluppare software e di distribuire il proprio lavoro, liberi dalle restrizioni e dalle minacce poste dai brevetti sul software.
Le tecnologie per l'informazione e la comunicazione (ICT) giocano un ruolo centrale in tutte le aree dell'economia moderna, e sono il fondamento dell'economia della conoscenza, nella quale l'Europa continua ad eccellere.
La nostra visione è che l'industria ICT europea diventi la più vibrante nel mondo - e il Parlamento Europeo ha condiviso questa visione quando ha portato i necessari emendamenti alla direttiva sulle invenzioni realizzate tramite calcolatore, nel corso della prima lettura del 24 settembre 2003.
Questa direttiva è meglio conosciuta come "Direttiva sui brevetti software" poiché nella sua versione originale non solo consentiva i brevetti delle invenzioni supportate dall'uso del computer, ma anche la brevettabilità degli algoritmi e della logica del software stesso.
In quello che è stato uno dei migliori e più lodevoli esempi di partecipazione democratica, le aziende e le organizzazione senza scopo di lucro insieme hanno delineato le probabili ricadute negative sulla democrazia, la competitività, l'innovazione e l'impiego, che una decisione in senso favorevole alla brevettabilità del software avrebbe comportato.
Nel maggio del 2004 il Consiglio dell'Unione europea ha frustrato queste posizioni democraticamente raggiunte e ha ripristinato la proposta originale che prevede l'illimitata brevettabilità del software. L'adozione ufficiale di tale posizione è avvenuta il 7 marzo 2005 in spregio a processi di accertamento nazionali e regionali, quali i rilievi scientifici del German Monopolkommission, che riferisce con regolarità al Governo Federale Tedesco in merito ai pericoli per la competitività, il Massachussetts Institute of Technology (MIT), la Boston University School of Law, la Deutsche Bank Research, Price Waterhouse Coopers e la US Federal Trade Commission.
I brevetti sul software sono tra le peggiori minacce all'industria basata sulla conoscenza, in quanto limitano lo sviluppo del software: rendono i computer meno sicuri, meno affidabili e prevengono la competitività a livelli di base. La carenza di competitività e gli incalcolabili rischi legali aumentano il costo dell'ICT e il costo del lavoro ovunque l'economia dipenda da questi.
Le scoperte maggiormente utili ed essenziali nel campo dell'ICT hanno potuto diffondersi e avere successo poiché non erano sottoposte a brevetto; a titolo di esempio l'invenzione del World Wide Web da parte di Tim Berners-Lee. Se i brevetti software fossero legali oggi, il mondo non saprebbe quale sarà la prossima invenzione della portata del World Wide Web.
Il 6 luglio 2005 la direttiva approderà per la seconda volta al Parlamento Europeo. Nell'interesse dell'Europa e delle sue radici democratiche vi sollecitiamo affinché nuovamente approviate gli emendamenti necessari a trasformare questa direttiva sui brevetti software in una direttiva che permetta la brevettabilità delle invenzioni supportate dal computer, ma escludendo esplicitamente la brevettabilità del software.
Georg Greve
Presidente
Free Software Foundation Europe (FSFE)
Se volete aggiungere ai firmatari il vostro nome, o quello della vostra organizzazione, contattate web@fsfeurope.org.